METODOLOGIE

Vantaggi della didattica a distanza (online)

La Didattica a Distanza (DaD) che oggi appare come la novità del momento ha in realtà origini meno recenti di quanto si voglia far credere. Già nel 1960 la RAI già ERI mandava in onda la trasmissione del maestro Manzi Non è mai troppo tardi, primo reale tentativo di alfabetizzazione di massa a distanza, che seguiva a circa un decennio di distanza la famosa Scuola Radio Elettra, per iniziativa di Vittorio Veglia (laureato in chimica) e Tomasz Carver Paszkowski (ingegnere polacco stabilitosi in Italia nel 1947) la prima scuola per corrispondenza per formare tecnici.

DaD Didattica a Distanza non significa “distante”, con la definizione “a distanza” si è inteso storicamente indicare ciò che non si svolge nello stesso luogo.

Oggi non si può più pensare che il web sia un non-luogo, in quanto grande parte della nostra vita si svolge proprio in questo presunto non luogo; sia attività semplici come pagamenti di bollettini, riscossioni di compensi, acquisti di ogni genere si svolgono, nel bene o nel male, tramite il web sia azioni più profonde quali gli incontri di lavoro, corsi formativi formali (ossia di educazione formale intenzionale istituzionale) fino ad arrivare agli scambi comunicativi più privati con i nostri cari.

Può, pertanto, tutto ciò svolgersi in quello che solo i più scettici definiscono ancora “a distanza”?

La Formazione Formale ha ampliato il suo spazio, fino a divenire un vero e proprio Ambiente di Apprendimento che può includere non solo lo spazio in presenza, ossia, la stessa aula. La rete offre a tutti la possibilità della multimedialità, ossia di implementare testi, immagini, video o da qualsiasi altra fonte d’informazione, consentendo allo studente di sviluppare le proprie conoscenze e competenze. L’Aula non è più, quindi circoscritta alle quattro pareti che la delimitano, ma, paradossalmente, sono i partecipanti, questi sì in carne ed ossa, che rappresentano plasticamente, anzi ancor di più, creano l’aula, con il significato antico della “Classe”. La “classe” così intesa può quindi trovarsi in un medesimo luogo fisico, quale può essere un’aula scolastica o universitaria che sia, ma ciò non è più strettamente necessario.

La “classe” sarà, quindi, quella che è sempre stata, ossia “l’insieme degli alunni che frequentano il medesimo corso e stanno in una medesima aula”, mentre il concetto di “aula” verrà sostituito da quello di “Ambiente di Apprendimento”.

La DaD rende la formazione molto più democratica e fruibile, quelli che tradizionalmente vengono visti come strumenti compensativi per studenti DSA o, ancor meglio BES, ora diventano pregnanti nel momento di apprendimento di ognuno. La tecnologia diviene sussidio semplificante atto a fornire una serie di facilitazioni all’agire didattico, rendendo possibile mantenere il contatto con una comunità educante così vasta.

Ora che abbiamo ridefinito due dei principali topos, intesi come luoghi, della DaD, non ci resta che riconfigurare i protagonisti di questo Ambiente di Apprendimento e, di conseguenza, i vantaggi che possono derivare da questo mutato, anzi “migliorato” luogo di educazione formale. Nell’Ambiente di Apprendimento si espande e si realizza ancor meglio la tecnica del cooperative learning grazie alla possibilità di condividere e scrivere a più mani documenti, o creare video o altro. Anche il pear-to-pear diventa più semplice da organizzare e sorvegliare da parte del docente che riesce a monitorare più gruppi di lavoro contemporaneamente.

Basterebbero solo questo due esempi per chiarire come non sia il contenitore ad inficiare in alcun modo la relazione educativa che si innesca tra docente e studente. In un Ambiente di apprendimento questa relazione, sotto alcuni aspetti quali la flessibilità e il controllo, viene potenziata rispetto a quando l’attività didattica viene svolta esclusivamente in aula. Alla base del processo di apprendimento c’è sempre e comunque un’esperienza emotiva, indipendentemente dalla modalità in cui avviene e dagli strumenti utilizzati, che include sia il rapporto docente/studente, sia i rapporti nel gruppo classe.

Il docente, in tal modo, personifica proprio il “con-dottiero”, nel senso che conduce, guida i suoi studenti e fornisce i materiali didattici che rimangono sempre fruibili dallo studente, in quanto depositati sulle piattaforme utilizzate. Si tratta di ripensare, riprogettare (che è ben diverso dal dire “riprogrammare”) l’agire didattico-pedagogico, fornendo ad ogni singolo studente una gamma di strumenti che gli consenta di scoprire ed attuare efficaci strategie di apprendimento e serene autovalutazioni dei progressi raggiunti.

Le lezioni si possono svolgere in diretta, quindi in modalità sincrona, per cui tutti gli studenti saranno presenti alla stessa ora così da potersi scambiare dubbi, opinioni o qualsivoglia informazione. Ciò garantisce una stabilità d’incontro nonché una routinarietà di comportamenti, una condivisione emotiva contemporanea.

Se, invece, la lezione viene registrata, pertanto viene fruita in modalità asincrona, allo studente viene garantita la totale flessibilità nella gestione del tempo dedicato allo studio che, per i motivi più disparati, potrebbe non essere regolare.

La DaD è vantaggiosa, allo stato attuale, principalmente in riferimento ai suddetti punti, riassumibili come segue:

  1. il tempo: vengono rispettati i tempi di apprendimento di ogni singolo studente in quanto egli stesso può seguire i suoi ritmi;
  2. il percorso: ognuno può crearlo (il docente) e sceglierlo (lo studente) in base a quelle che sono le proprie necessità e i propri interessi;
  3. la sede di studio: casa, classe o dovunque lo studente ritenga più conveniente.

Dal punto di vista socio-economico è evidente che con un maggiore utilizzo della DaD vi è una riduzione dei costi diretti ed indiretti legati agli spostamenti (ad esempio costo trasporti e CO2) e alla produzione cartacea (in quanto potranno essere scelti i materiali da stampare in maniera personalizzata e minimizzata per ciascuno studente), complessivamente un minor “impatto ambientale”.

L’auspicio è che, con la massiccia diffusione della DaD ed i suoi continui miglioramenti, venga ridotto il digital divide, in modo che tutti gli attori coinvolti nel processo didattico siano messi nelle condizioni di fruire al meglio del mutante Ambiente di Apprendimento.

Prof. Gennaro Infante
Docente di Elettrotecnica

SHARE
RELATED POSTS
Come la didattica on-line può migliorare lo studio e la formazione del mondo scuola e dell’insegnamento
La vera sfida della DaD? Rimanere “una classe”
La necessità dell’alfabetizzazione di massa della Didattica Online